Scottature lunari
Tradotto da Desirée Di Resta, Daniela Klymenko e Rebeka Ibrahimi della classe 4DL del Liceo D.Alighieri di Ravenna.
Mamma ha incontrato papà in una sera di luna piena. Io lo so perché si rassegna a tutte le mie idiozie sospirando: “figlio della luna, cattiva sorte”. Quello che rispondo sempre è bla bla bla. A questo punto ci mettiamo a ridere entrambi. Mamma e io ci amiamo.
Papà, è un'altra storia… Un tipo taciturno che appare e scompare a seconda delle maree, non è facile da amare. Quando lei mi racconta il loro primo incontro sulla spiaggia, a qualche chilometro da casa nostra, quella che assomiglia più a un tombino che ad altro e che spesso puzza di muffa. Andò così:
- Heyyy!
La mamma era abbastanza brilla in quel momento, come le piace dire. Succedeva dopo le grigliate improvvisate con le sue amiche e tanto rosé tiepido.
- Heeyyy! Parlo con lei!
Aveva notato un uomo che camminava con uno sguardo assente alla fine della spiaggia. Stanca di ascoltare Angèle lamentarsi come sempre del suo lavoro, aveva deciso di cogliere l'occasione per distaccarsi dal gruppo. “Tuo padre si fermò lì”- mi dice lei con una voce teatrale - “aveva un bell'aspetto, anche da lontano e pur essendo ubriaca, non mi è sfuggito” - continua lei. “Lui non diceva nulla, ma visto che non se ne andava , l’ho presa come un esortazione”.
Mia mamma è fatta così, non ha paura di nulla e non esita mai.
Ora mi racconta, in generale, come quelle poche decine di metri che la separavano dall’uomo, in quel momento ancora sconosciuto, le erano sembrate interminabili. Dato che era a piedi nudi e che non camminava dritta, ci mise un po’ di tempo. “Tuo padre mi ha guardata con quel barlume di curiosità che ha sempre in fondo agli occhi”. A quel punto lei diventa sognante e continua a raccontare il seguito più per sé stessa che per me. “Mi ci è voluto un attimo, mi sono innamorata! E visto che non ha mai detto no, si è concluso così, direttamente sulla sabbia, sotto la luce della luna piena”.
In questo momento della storia, la perdo completamente. Rivive instancabilmente il momento del mio concepimento. Se non fossi una bambina voluta, sono stata comunque creata in un momento di intensa gioia. È già abbastanza.
La luna piena. La sabbia. Il rosé e la gioia di mamma. È tutto quello che so di papà. Perché anche se vado a vederlo ogni mese, sulla spiaggia bagnata alla fine del villaggio, non ho mai potuto scoprire di più. Papà è sempre lì all'appuntamento. Un po' indietro. “Ci aspetta”, ama ripetere mamma. Io non so che fare. Ci guarda entrambe con questi grandi occhi curiosi. Passa la sua mano grande tra i miei capelli e contrae le labbra in quello che deve essere un sorriso. Ma non parla. E dopo pochi minuti, ci volta le spalle e scompare nella notte. Non resta nient’altro che me, la mamma e la luna piena sulla spiaggia.
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